Il tema dei conti correnti esteri è da sempre uno dei più dibattuti nello scenario fiscale mondiale, ma anche nei peggiori bar di provincia. Sotto gli occhi di tutti si sta svolgendo una vera e propria battaglia, da parte dei giganti del web e delle nuove realtà Fintech, per accaparrarsi quanta più clientela possibile, offrendo soluzioni smart con costi di gestione del conto molto basse. A tal proposito, nel nostro articolo Google diventa banca in Lituania abbiamo scritto di come i giganti del web, Google, Apple, Amazon si siano già organizzati per offrire servizi bancari e di pagamento ai loro Clienti. Sull’onda dei possibili scenari post Brexit le banche inglesi stanno attuando dei cambiamenti. In particolare Revolut, probabilmente tra le più famose Fintech presenti sul mercato, ha ottenuto la licenza bancaria in Lituania già da diverso tempo ( vedi l’articolo Brexit, Lituania e licenze bancarie lite ), ma finora ha operato dal Regno Unito, attribuendo ai Clienti un IBAN Britannico. Da qualche giorno i Clienti Revolut, stanno ricevendo una comunicazione che proprio in virtù della nuova licenza e dello scenario post Brexit, con questo testo: “Caro Cliente, volevamo aggiornarti sui nostri piani per assicurarci che la Brexit non abbia un impatto sui servizi che ti forniamo. Al momento sei un cliente della nostra società britannica, che ha una licenza di moneta elettronica. Come forse saprai, abbiamo una società con licenza di moneta elettronica anche in Lituania. Abbiamo creato questa entità lituana per garantire che il nostro servizio non sia influenzato dalla Brexit. Tra un mese, inizieremo a spostare i nostri clienti europei verso questa licenza di moneta elettronica europea. Non devi fare nulla. Ci occuperemo noi di tutto e ti contatteremo di nuovo quando avremo effettuato il passaggio. In questo modo il tuo servizio Revolut proseguirà senza intoppi, una volta concluso il processo Brexit. Potrai comunque utilizzare tutti i servizi e le funzionalità che ti piacciono.” Quindi i Clienti riceveranno un nuovo IBAN lituano che sostituirà quello britannico. Ma gli effetti della Brexit si fanno sentire anche nelle banche tradizionali. Infatti se prima c’erano grandi difficoltà per aprire un conto presso una banca tradizionale, da parte delle società che avevano il Direttore non residente, ora di fatto l’impresa è diventata quasi impossibile. Infatti con un articolo comparso sul Sunday Time di qualche giorno fà, alla fine del 2020, salvo evoluzioni, al momento imprevedibili, dei rapporti tra Gran Bretagna e Unione Europea, le principali banche britanniche, chiuderanno i conti correnti ai residenti nei Paesi Ue. Secondo l’articolo le principali banche britanniche – tra le quali Lloyds, Barclays e la “banca della Regina”, Coutts, hanno iniziato a mandare ai loro correntisti messaggi di questo tenore: dopo il 31 dicembre i vostri conti verranno chiusi. La ragione è ovviamente legata alla Brexit: a fine anno scade infatti il periodo di transizione, e quindi, a partire dal 2021, le regole bancarie in vigore nell’Ue non si applicheranno più alle banche inglesi. Per questo gli istituti del Regno Unito non potranno più fornire servizi ai loro clienti britannici residenti nei Paesi dell’Unione europea, a meno di non fare richiesta per ottenere nuove licenze bancarie. Al momento, non è stato raggiunto alcun tipo di accordo per trovare una soluzione in questo senso. Il problema riguarda un gran numero di persone e di società: la sola Lloyds ha annunciato che a fine anno saranno chiusi i conti di 13mila clienti, residenti in Italia, Germania, Olanda, Portogallo, Irlanda e Slovacchia. Da parte sua Barclays ha fatto sapere che “la tempistica per la chiusura dei conti dipenderà dal tipo di prodotto che il cliente detiene”. Il ministero delle Finanze britannico ha dichiarato al Times: “Ci aspettiamo che le banche trattino i loro clienti in maniera trasparente e che forniscano loro comunicazioni tempestive, per far sì che prendano le decisioni più appropriate”. Per il ministero “la fornitura di servizi bancari è una decisione commerciale che si basa su vari fattori, tra i quali le leggi locali”. Quindi come potete vedere la situazione è davvero grave, sopratutto perchè in mancanza di un accordo ben preciso sia da parte britannica che dalla parte Europea ci sarà un’autentica stretta, salvo poi in momenti successivi verificarsi una riapertura di termini e condizioni. Quindi occhio a chi vi propone la costituzione di società in UK, sopratutto se volete avere il controllo della situazione e fare voi il Direttore. Il rischio è che la società sia costituita in UK e non possa avere il conto corrente. Quindi se volete operare con una società UK , dovete chiedere il servizio di Director nominèe, valutando se il costo che andrete a sostenere varrà la candela. Purtroppo, nonostante il contributo di chi scrive e di tanti autorevoli esperti del settore che incessantemente fanno opera di corretta informazione, ancora oggi ad avere il sopravvento sulla mentalità comune sono due linee di pensiero: a) il classico “fai da te”, con il prezioso contributo del Dr. Google b) il consiglio dell’esperto truffaldino che promette aperture di società e conti correnti ovunque o in alternativa il consiglio dell’onnipresente “cugino” i cui consigli fanno più danno della grandine. Vi ricordiamo sempre che la fiscalità internazionale è una materia complessa che deve essere affrontata con i professionisti esperti del settore, per non incorrere in reati tributari e fiscali, sia in Italia che all’estero. Questo articolo fornisce informazioni di carattere generale e non sostituisce la consulenza personalizzata. Come DIKE Cosulting ci adoperiamo insieme ai nostri partenrs internazionali a fornire sempre ai nostri Clienti le migliori soluzioni in tema di fiscalità internazionale, ma è chiaro che le norme cambiano e al loro cambiare il Cliente deve essere pronto a variare la propria strategia. Le variabili di ogni singolo caso devono essere analizzate da un consulente specializzato in fiscalità internazionale, per evitare di incorrere in reati tributari e multe salatissime. Per questo motivo sono lieto di presentarti “Estero Sicuro” – il libro che può cambiare radicalmente il tuo approccio alla fiscalità internazionale. Il libro copre una vasta gamma di argomenti, dall’analisi dei sistemi di tassazione mondiali alle strategie per difendere il tuo patrimonio. È scritto in un linguaggio accessibile, pensato appositamente per chi si avvicina per la prima volta a questa disciplina. 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