COVID 19 e lavoratori all’estero

L’emergenza COVID-19, meglio conosciuto come Coronavirus, sta interessando ogni aspetto della vita delle persone e delle aziende modificando anche la modalita` di svolgimento della prestazione lavorativa. Tra i molteplici effetti prodotti da questo fenomeno vi sono anche le problematiche fiscali che possono derivare dalle modifiche allo svolgimento della prestazione lavorativa da parte dei dipendenti operanti all’estero. Quindi stiamo assistendo a numerosissimi casi in cui, i dipendenti distaccati in un Paese straniero sono stati  richiamati in Italia, con conseguente interruzione del periodo di distacco, spesso per svolgere le stesse attività in regime di smart working. Vuoi saperne di più ? Richiedi subito la tua consulenza personalizzata via Skype o presso una delle nostre sedi Tale scelta, potrebbe avere un impatto sia sulla residenza fiscale del soggetto, infatti come abbiamo più volte detto, i soggetti fiscalmente residenti sono sottoposti ad imposizione sui redditi ovunque prodotti, mentre i non residenti solo su quelli prodotti nel territorio dello Stato. Da cio` consegue che un soggetto operante all’estero e fiscal- mente non residente in Italia non e` tassato nel nostro Paese sui redditi di lavoro dipendente prodotti in terra straniera. Si ricorda, inoltre, che l’art. 2, comma 2, del T.U.I.R. stabilisce che “ai fini delle imposte sui redditi si considerano residenti le persone che per la maggior parte del periodo d’imposta sono iscritte nelle anagrafi della popolazione residente o hanno nel territorio dello Stato il domicilio o la residenza ai sensi del Codice civile”. Entrando nella specifico, quindi potrebbe accadere che il lavoratore espatriato non residente sia obbligato a tornare in Italia (ovvero una volta rientrato non possa materialmente tornare all’estero) e potrebbe a causa dell’emergenza arrivare a 184 giorni di presenza fisica in Italia nel 2020 (in quanto anno bisestile). Cio`comporterebbe l’acquisto, per norma interna, della residenza fiscale in Italia e l’obbligo di assoggettare a  tassazione i redditi ovunque prodotti e, quindi, anche quelli percepiti magari nella prima parte dell’anno. Vuoi saperne di più ? Richiedi subito la tua consulenza personalizzata via Skype o presso una delle nostre sedi Altra ipotesi potrebbe riguardare tutti quei casi in cui il lavoratore resti all’estero, ma la famiglia rientri nel nostro Paese. La famiglia, difatti, normalmente rappresenta un fattore chiave per essere considerati fiscalmente residenti nel nostro Paese. E’ pur vero che in una siffatta situazione emergenziale forse il vincolo personale potrebbe risultare sfumato rispetto ad altri legami patrimoniali. In ultimo, occorre sottolineare che oltre alla questione relativa alla fiscalità da adottare,  altri fattori che occorre tenere debitamente in conto sono rappresentati dal : regime contributivo (che potrebbe essere inciso da una eventuale modifica della residenza fiscale)  e dal costo aziendale (che potrebbe soffrire un incremento derivante da una possibile doppia imposizione o, comunque, da una modifica della fiscalita` di riferimento). Come avrete notato, in questa emergenza sanitaria ci sono diverse implicazioni anche di natura fiscale e previdenziale, che sicuramente faranno inevitabilmente discutere per i prossimi mesi/anni. Ricorda sempre che la fiscalità internazionale è una materia complessa che deve essere affrontata con i professionisti esperti del settore, per non incorrere in reati tributari e fiscali, sia in Italia che all’estero. Affidati a Dike Consulting per la tua pianificazione fiscale o per difendere il tuo patrimonio ! Prenota qui la tua consulenza personalizzata su Skype o in una delle nostre sedi. E ricorda, che acquistando il Libro “Estero Sicuro” oltre a scoprire tantissime cose sulla fiscalità internazionale, potrai usufruire dello sconto del 50% sulla consulenza personalizzata. Il libro lo trovi in vendita su Amazon Visita e metti ” mi piace” sulla nostra pagina Facebook Siamo anche su Instagram