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Crowdfunding, cos’è e come funziona

Dai primi di Gennaio 2018, grazie al nuovo regolamento Consob, anche le PMI tradizionali possono raccogliere fondi online sulle piattaforme di “equity crowdfunding” autorizzate in Italia.

Prima di questa data lo strumento del crowdfunding era limitato a:  Startup,  alle PMI innovative ed ai veicoli di investimento specializzati in innovazione, per una raccolta complessiva, al 31 dicembre 2017, di poco superiore ai 18 milioni di euro.

Con questa nuova apertura alle PMI tradizionali, ovviamente la platea si allarga,  se consideriamo gli oltre 4 milioni di imprese di dimensione media, piccola e micro presenti in Italia.

1) Molti ne parlano ma non tutti sanno cosa vuol dire equity crowdfunding 
L’equity crowdfunding è un’evoluzione del crowdfunding tradizionale (raccolta di fondi online), che permette a una società di incassare finanziamenti online. Gli investitori che contribuiscono alla raccolta ottengono un titolo di partecipazione all’azienda, accedendo a tutti i diritti patrimoniali e amministrativi che ne conseguono.

Il meccanismo dell’equity crowdfunding è simile a quello del crowdfunding  “tradizionale ”, e cioè: un’azienda si presenta online sulle piattaforme apposite, spiega i suoi obiettivi e fissa il target di raccolta che dovrà essere raggiunto entro la fine della campagna. Gli interessati ad investire sul quel determinato progetto, possono, sempre on line, aderire versando una o più quote. In caso di buon esito della campagna, l’impresa incassa gli investimenti e procede con il suo business plan, anche se non ci sono – ovviamente – garanzie sul suo successo aziendale. In caso di mancato raggiungimento del target, gli investimenti non vengono finalizzati e l’investitore non perde nulla.

Ad oggi, le campagne di equity crowdfunding che si sono chiuse con successo si aggira intorno al 60%.

3) Quali sono i vantaggi dell’equity crowdfunding rispetto alle forme tradizionali di finanziamento ?
I vantaggi che può offrire l’equity crowdfunding , alle imprese, è quello di aprirsi un sistema di finanziamento innovativo e per certi versi più premiante rispetto a quello tradizionale del canale bancario.  L’azienda sa che il buon esito dell’iniziativa dipenderà dalla valutazione che gli investitori, che spesso sono operatori dello stesso settore o di settori similari), daranno al progetto stesso ed alla bontà dei numeri del business plan.  Un deciso cambio di rotta rispetto al finanziamento bancario, dove spesso chi decise non sa neanche a cosa serva quel prodotto o servizio e non sa leggere un business plan, ma si affida solo alle garanzie reali ( ipoteche o fidejussioni ).

4) Svantaggi dell’equity crowdfunfing
Come qualsiasi forma di investimento anche il crowdfunding, non è esente dai rischi . Infatti gli investitori sanno che il rischio principale è quello che l’azienda finanziata non riesca ad ottenere i risultati che sono stati stabiliti, andando il default o peggio in fallimento. In questo ragionamento è d’obbligo precisare che la Consob vigila sulle piattaforme in sé e non sulle informazioni pubblicate dalle aziende.

5) Il nuovo regolamento Consob?
Il nuovo regolamento della Consob ha autorizzato circa 20 piattaforme ad esercitare l’equity crowdfunding, ma ricordiamo sempre che l’attività della Consob riguarda le piattaforme e non la bontà del progetto presentato dalle aziende.

La raccolta online sarà disponibile anche per le PMI che rispondono ai criteri della definizione data dall’Unione Europea:

-microimprese con meno di 10 dipendenti e fatturato sotto ai 2 milioni di euro;

– piccole imprese con meno di 50 dipendenti e un fatturato sotto ai 10 milioni di euro;

– medie imprese con meno di 250 dipendenti e un fatturato non superiore a 50 milioni

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Gianfranco Conti è iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti dal 1991. E' Revisore Legale presso il Ministero di Grazia e Giustizia. Blogger, pubblicista ed autore del libro "ESTERO SICURO". E' componente del Direttivo della Camera di Commercio Italiana in Albania ed accreditato presso diverse Camere di Commercio italiane all'estero (Emirati Arabi Uniti, Cipro). Relatore in convegni e seminari sull'internazionalizzazione d'impresa e pianificazione fiscale internazionale. Nel corso della sua vita professionale è stato Amministratore Unico di diverse società, membro di CdA di aziende a carattere nazionale ed internazionale. Ha una lunga esperienza di commercio e di fiscalità internazionale, Tax planning e mediazione internazionale. Da oltre 20 anni ha fondato Dike Consulting, un network di studi professionali con 5 sedi ( Praga,Tirana, Malta, Dubai e Pogdorica) e numerose collaborazioni con prestigiosi studi professionali nel mondo. Dike Consulting, assiste i Clienti esercitando le seguenti attività : - pianificazione fiscale internazionale per liberi professionisti, imprenditori ed imprese con relativa costituzione di società e veicoli giuridici - gestione dei diritti di proprietà intellettuale; - rappresentanza in trattative di natura commerciale, in Italia ed all'Estero; - costituzione di Fondazioni di diritto italiano ed estero; - assunzione di cariche sociali di Società e Fondazioni - amministrazioni di Trust con funzioni di Protector; - Intermediazione internazionale per l'acquisto o la vendita di prodotti o servizi; - delocalizzazione e trasferimento di imprese italiane all'estero; - servizi di Temporary Manager sia in Italia che all'estero per le aziende nostre Clienti - collaborazioni con primarie strutture finanziarie e bancarie

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