La Russia crea 2 Paradisi fiscali

Con la notizia data qualche mese fà, definitivamente possiamo dire che il comunismo è morto anche nella terra che lo ha adottato ufficialmente per diversi decenni. Infatti in risposta alle sanzioni USA e sia per contenere la fuga dei capitali all’estero, e sia per farli rientrare e contemporaneamente attrarne di nuovi, la Russia di Vladimir Putin ha dato il via alla creazione di due paradisi fiscali. Uno sull’isola di Oktyabrsky a Kaliningrad e l’altro sull’isola di Russky a Vladivostok. L’annuncio è stato dato dal Consiglio Federale o Camera Alta  del Parlamento Russo ( paragonabile al Senato italiano ) che ha approvato un pacchetto di leggi che consente alle società offshore straniere controllate dalla Russia di essere registrate nuovamente nei nuovi centri offshore russi. Nelle due isole la tassazione sarà pari allo 0%. Nel dettaglio è stato deciso che non saranno imposte tasse sui dividendi che le multinazionali pagano ai loro azionisti. Per godere dell’agevolazione fiscale il soggetto deve però possedere almeno il 15% dei dividendi della società, un anno prima della decisione del governo russo. Inoltre, gli uomini di affari russi potranno riportare in patria le attività che detengono nei paesi fuori la Russia, preservando lo status legale. Questa mossa è possibile perché il nuovo pacchetto di leggi approvate ha introdotto la «modalità di società internazionale». Questa novità permetterà dunque alle società di preservare la propria attività spostandola dal paradiso fiscale estero a quello russo. Per essere «iscritti» però a uno dei paradisi fiscali creati dalla Russia bisogna prima eliminare la registrazione presso il paradiso fiscale straniero e ottenere lo status di società internazionale. Nei documenti si legge come posso registrarsi nelle due zone franche russe anche banche o organizzazioni finanziarie non creditizie. La Banca centrale russa non ha però appoggiato l’iniziativa del governo perché sostiene che i soggetti che godranno delle agevolazioni fiscali, saranno in grado di effettuare transazioni in valute estere, senza restrizioni e senza che sia obbligatorio il rimpatrio dei ricavi generati all’estero. Nella norma è infatti previsto che saranno soggetti a tassazione solo il profitto generato in Russia. Secondo la Banca centrale diventerebbe dunque difficile inseguire gli imprenditori disonesti che vogliono evadere il fisco nazionale. Il voler creare dei paradisi fiscali a casa propria, era una discussione che il governo russo stava già facendo da qualche tempo. La decisione di voler concretizzare il progetto, secondo il quotidiano Vedomosti, si è concretizzata quando gli Usa hanno deciso di imporre nuove sanzioni alla Russia. La mossa del governo russo deve essere dunque letta in chiave anti-sanzioni americane. Si vuole infatti cercare di agevolare gli imprenditori russi che sono stati presi di mira dalle sanzioni Usa. E’ da tempo infatti che l’Amministrazione USA ha stilato un elenco di imprenditori russi che svolgono ” attività maligne ” in tutto il mondo, e quindi a giudizio degli stessi USA devono essere soggetti a sanzioni. L’eterna lotta da Russia e USA, si disputa su tutti i tavoli, compreso quello della fiscalità internazionale. Questo articolo fornisce informazioni di carattere generale e non sostituisce la consulenza personalizzata. Come DIKE Consulting ci adoperiamo insieme ai nostri partners internazionali a fornire sempre ai nostri Clienti le migliori soluzioni in tema di fiscalità internazionale, ma è chiaro che le norme cambiano e al loro cambiare il Cliente deve essere pronto a variare la propria strategia. 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