
Il sequestro conservativo europeo
Negli ultimi anni, con la crescita esponenziale degli Istituti di pagamento in Europa, sono stati tantissimi cittadini che per sfuggire ai creditori hanno aperto un conto corrente on line in Europa, ricevendo un IBAN estero.
Per questo ed altri motivi di praticità, il successo delle varie N26, Revolut, Transferwise ecc.. è stato un autentico boom.
Infatti fino ad ora l’ordinamento europeo e quello italiano non disponevano di mezzi giuridici veloci per poter individuare le somme depositate in conti correnti esteri, se non quelle tradizionali e farraginose delle rogatorie.
Ma dal 01 Settembre di quest’anno, con il Atto del Governo sottoposto a parere parlamentare N. 191, il cui esito favorevole è datato 1 settembre 2020, adeguerà la normativa processuale italiana al Regolamento UE 655/2014.
Con questo provvedimento il creditore avrà in mano un potente strumento per assicurarsi il pagamento di quanto dovuto attraverso il trasferimento diretto o il prelievo delle somme da te detenute in qualsiasi Paese dell’Unione Europea.
Con l’istituzione della procedura di ordinanza europea di sequestro conservativo su conti bancari del debitore si è voluto facilitare il recupero transfrontaliero dei crediti in materia civile e commerciale con un mezzo efficace, che consente al creditore, a determinate condizioni, di impedire il trasferimento o il prelievo, fino a concorrenza dell’importo indicato nell’ordinanza, delle somme detenute dal debitore sul proprio conto corrente, tutelandosi così dal rischio di compromettere la successiva esecuzione del credito vantato.
Obiettivi
Con il Regolamento UE n. 655/2014, l’Unione Europea ha voluto istituire una nuova procedura, di natura cautelare, atta a consentire in casi transnazionali, di procedere, in modo efficiente e rapido, al sequestro conservativo di somme detenute in conti bancari, al fine di evitare che venga compromessa la successiva esecuzione del credito vantato dal creditore con il trasferimento o prelievo di somme detenute dal debitore in un conto bancario nell’Unione europea.
Quanto alla tipologia dei crediti è senz’altro possibile avvalersi dell’ordinanza a garanzia di crediti già esigibili. Con riguardo a crediti non ancora esigibili ci si potrà avvalere dell’ordinanza, purché tali crediti derivino da una transazione o da un evento che ha già avuto luogo e se ne possa stabilire l’importo.
Non è invece possibile ricorrere al sequestro conservativo del conto bancario del debitore in ambiti particolari, quali le procedure di insolvenza, in materia successoria, rapporti patrimoniali fra coniugi, sicurezza sociale e arbitrato.
Informazioni sui conti correnti bancari
Sempre nell’ottica di agevolare il recupero del credito, il Regolamento 655/2014, prevede un ulteriore importante strumento di informazione per il creditore il quale avrà la possibilità, a determinate condizioni, di poter ottenere informazioni sui conti bancari richiedendo all’autorità giudiziaria competente di richiedere all’autorità di informazione dello Stato membro dell’esecuzione di reperire le informazioni necessarie per consentire l’identificazione della banca o delle banche e del conto corrente o dei conti correnti del debitore. (A tal fine ciascun Stato membro dovrà designare la propria autorità di informazione competente ad ottenere tali informazioni sui conti correnti bancari entro il 18 luglio 2016). Conseguentemente, il creditore potrà avvalersi dell’ordinanza di sequestro conservativo di conti bancari, anche nel caso in cui inizialmente non disponga informazioni sui conti bancari del proprio debitore.
Conclusioni
La procedura di ordinanza europea di sequestro conservativo rappresenterà senz’altro un mezzo aggiuntivo e facoltativo a disposizione del creditore per tutelare il proprio credito in maniera efficace e che indubbiamente non potrà che incidere positivamente nel recupero dei crediti nei rapporti commerciali internazionali.
Risulta quindi chiaro come un semplice conto bancario europeo non sia più così sicuro, specie a fronte di debiti importanti, specie se aperti con la tua residenza italiana e con il tuo codice fiscale.
Tornano quindi sulla cresta dell’onda i conti offshore, veri e unici baluardi di privacy nonché cassaforti impenetrabili, meglio ancora se abbinati a società offshore o a Fondazioni
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