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Fiscalità,  Fiscalità internazionale

La “moda” della registrazione del marchio

Ciao, lo sapevi che anche la fiscalità sia nazionale che internazionale vive di mode?

Esattamente come l’abbigliamento.

Gonna corta o lunga? Giacca monopetto o doppio petto? Tacco 12 o ballerine?

Di esempi ce ne sarebbero tanti, ma oggi voglio parlarti di questo aspetto all’interno della fiscalità sia nazionale che internazionale, e per questo che ho scritto due articoli, quello odierno ed il prossimo che pubblicherò nei prossimi giorni.

Basta che il Guru di turno, rispolveri una soluzione fiscale esistente da tempo, ma apparentemente abbandonata, questa improvvisamente diventa un must, la soluzione definitiva, la panacea di tutti i mali.

Se ne parla in molti articoli, sui blog, sui siti specializzati, sui Social, e spesso i Clienti non fanno che richiedere “quella soluzione che ho visto su Internet”

Ho deciso pertanto di affrontare questa moda, con un taglio leggermente più professionale rispetto a quello che circola su Internet e che puoi trovare in altri siti.

Senza nessuna nota polemica, vedrai nel corso di questo articolo come in realtà queste nuove soluzioni che questi nuovi Guru della fiscalità propongono, siano state da me abbondantemente utilizzate nel corso degli anni, con la mia consueta parsimonia. Adattandole quindi, caso per caso ai bisogni del Cliente e non certamente facendole diventare prodotti standardizzati.

Queste “soluzioni” forse sono nuove per chi da poco fa questa professione, ma per chi come me che quest’anno ha spento le 31 candeline di anzianità professionale, l’utilizzo di questi strumenti è abbastanza normale. 

Questo è il primo di due articoli che analizzano queste soluzioni.  

Sta a te cavalcare la moda e fare come fanno gli altri, affidandoti a soluzioni standardizzate, adattabili a tutti e proprio per questo passibili di ”accertamenti di massa” oppure richiedere la tua consulenza personalizzata direttamente con me, per trovare insieme una soluzione adatta alle tue esigenze.

Sostanzialmente quello che “va di moda” adesso per abbassare il carico fiscale sono:

  • la registrazione del marchio e a gestione delle sue (eventuali) royalties
  • le holding (italiane o straniere)
  • l’utilizzo della società semplice (per la protezione del patrimonio)

Sei pronto?

Iniziamo quindi parlando di come abbattere la tassazione con le royalties.

Sai che puoi abbattere il carico fiscale della tua azienda mediante una corretta gestione dei tuoi marchi, brevetti, software, know- how e altre tipologie di proprietà intellettuali?

In questo articolo analizzerò la tassazione royalties in Italia e nelle Giurisdizioni più attrattive sul piano fiscale e ti spiegherò come utilizzare le royalties per ottimizzare il tuo carico fiscale.

Quindi, oltre all’Italia, ti darò una panoramica internazionale, analizzando il trattamento fiscale delle royalties a Malta, Cipro e Lussemburgo

Ma iniziamo con ordine. Cosa sono le royalties?

Le royalties sono il compenso riconosciuto al proprietario di un bene, al creatore o all’autore di un’opera dell’ingegno, al possessore di un brevetto o di un copyright, come corrispettivo della concessione di utilizzare commercialmente il bene, l’opera, il brevetto o il marchio.

Normalmente questo compenso è di solito commisurato in percentuale o al fatturato o al numero degli esemplari prodotti.

Ma cosa sta succedendo nel mondo del web?

Che qualche Genio, ha pensato bene di spargere, con grandi investimenti pubblicitari, la notizia che il marchio “Trattoria da Giuseppe”, per il Sig. Giuseppe fosse un marchio da registrare a nome del Sig. Giuseppe ed al quale attribuire un valore economico importante, in modo da poi ricevere dalla società che gestisce la “Trattoria da Giuseppe” le royalties a livello personale, abbassando così il carico fiscale della società stessa, non pagando sullo stesso l’INPS, rinunciando per esempio, o riducendo di molto, il compenso dell’Amministratore (gravato di IRPEF e di INPS).

Sul piano prettamente teorico il ragionamento non fa una piega, nel senso che l’operazione è assolutamente lecita e trasparente.

Ovviamente, questi Geni, si dimenticano di raccontare ai Clienti che il 99% dei marchi non registrati in Italia ha un valore pari allo zero, essendo lo stesso poco riconducibile alle fortune dell’azienda utilizzatrice. Ciò significa che tra qualche anno (al massimo due) la stragrande maggioranza dei Clienti che avrà deciso di affidarsi a questo “Super Guru” verrà rettificata da AdE.    

Senza voler far polemica e senza addentrarmi sulle pratiche fiscali promosse dagli altri, vediamo adesso qual è la il regime di tassazione royalties in Italia.

Tassazione delle Persone fisiche

Attualmente in Italia le persone fisiche che ricevono royalties usufruiscono di una tassazione agevolata.

Questa tassazione si concretizza con una:

deduzione fiscale IRPEF pari:

  • al 40% se le stesse sono percepite da persone d’eta inferiore a 35 anni.
  • Al 25% se le stesse sono percepite da persone d’età pari o superiore a 35 anni.

 I vantaggi della tassazione in Italia delle royalties per le persone fisiche consistono nel fatto che sugli importi percepiti:

  • non si applica l’IVA, a meno che la persona fisica percepisca il corrispettivo nell’esercizio di un’attività d’impresa.
  • non sono dovuti contributi INPS/INAIL sulla parte di reddito.

Facciamo quindi un esempio vero e concreto di due Clienti di DIKE Consulting, notevolmente diverso rispetto alla “Trattoria da Giuseppe”

Michele e Antonio (nomi di fantasia) sono due programmatori e hanno sviluppato, utilizzando la blockchain, una piattaforma che analizza i rendimenti dei titoli quotati nelle principali borse europee. Questa piattaforma è stata presentata, nel corso di un evento ad un gran numero di operatori del settore, proponendo loro un abbonamento per l’utilizzo della piattaforma.

Michele ed Antonio, si rivolgono a DIKE Consulting per l’ottimizzazione fiscale della loro iniziativa.

Nel corso della consulenza, spiego loro che la migliore scelta, vista la loro giovane età e la loro situazione personale, è quella di costituire una Società in una Giurisdizione che consente la detassazione completa dei proventi derivanti royalties, nella fattispecie gli Emirati Arabi Uniti.

Al contempo consiglio loro di trasferire la loro residenza a Dubai, che come notorio non prevede alcuna tassa sui redditi delle persone fisiche.  

Quando parlo di trasferimento di residenza, parlo di un trasferimento VERO, non fittizio. Questo significa che i due ragazzi hanno REALMENTE trasferito la loro vita personale e lavorativa negli Emirati.

Il diritto intellettuale derivante dal brevetto e dal marchio registrato, è stato registrato a nome della società, di cui Michele e Antonio sono soci. Per effetto delle leggi locali, sui proventi da royalties la società non paga tassa e sulla distribuzione degli utili, essendo residenti emiratini, i soci non pagano tasse.

Successivamente la Società ha dato mandato ad un’altra società di commercializzare la tecnologia, previa stipulazione di un contratto di licenza royalties con la società di Michele ed Antonio. Questo contratto prevede che per ogni nuovo abbonamento venduto, una parte venga stornata alla società di Antonio e Michele in forza del contratto di royalties.

Quindi Michele ed Antonio, liberi dall’impegno commerciale, si sono assicurati un importante introito costante su loro diritto intellettuale e sono liberi di potersi dedicare ad altri progetti.

Questo è un caso REALE di utilizzo sia della proprietà intellettuale (brevetto) che del marchio registrato, che ben differisce dal marchio registrato “Trattoria da Giuseppe”.

Infatti sia il brevetto che soprattutto il marchio, individuano un prodotto certo ed identificabile, il cui valore è riconosciuto dal mercato.

Vi ho descritto un esempio di contratto di licenza software, tuttavia è possibile ottenere lo stesso risultato anche con un contratto di licenza marchio.

Tassazione delle royalties delle persone giuridiche

In Italia, una società che percepisce royalties riceve quote di reddito imponibile.

I canoni percepiti dallo sfruttamento della proprietà intellettuale, infatti, si considerano come componenti positivi di reddito.

Tali elementi positivi di reddito concorrono a formare la base imponibile societaria su cui saranno calcolate le imposte sui redditi (IRES).

Qual è la tassazione societaria sui canoni derivanti da proprietà intellettuale?

O meglio qual è l’aliquota da applicare?

L’aliquota è quella ordinaria IRES per le società (24%) +Irap (4% circa).

Vi starete chiedendo, a questo punto, se esiste un metodo per abbassare notevolmente il carico fiscale sulle royalties.

Il metodo esiste e si chiama patent box.

 Come ridurre la tassazione sulle royalties con il patent box?

Il patent box è uno strumento per ridurre legalmente la tassazione sulle royalties.

Consiste in un’agevolazione fiscale che viene riconosciuta alle società che investono in

  • progetti di ricerca e sviluppo.

Il regime fiscale agevolato patent box prevede che le royalties siano tassate con una deduzione fiscale del:

  • 30% nel primo anno;
  • 40% nel secondo anno;
  • 50% dal terzo anno in poi

spese di ricerca e sviluppo documentate.

La tassazione agevolata sulle royalties, si badi bene, non si applica a tutto il reddito conseguito dall’impresa, ma solo una fetta di reddito, che si definisce reddito agevolabile.

Come si fa ad ottenere questo beneficio?

Si presenta una specifica istanza all’Agenzia delle Entrate con cui si propone un accordo (c.d. ruling), per determinare di concerto il valore da attribuire alla proprietà intellettuale e il contributo economico che quest’ultima è in grado di fornire alla tua impresa.

Questo articolo fornisce informazioni di carattere generale e non sostituisce la consulenza personalizzata. Come DIKE Cosulting ci adoperiamo insieme ai nostri partenrs internazionali a fornire sempre ai nostri Clienti le migliori soluzioni in tema di fiscalità internazionale, ma è chiaro che le norme cambiano e al loro cambiare il Cliente deve essere pronto a variare la propria strategia. Le variabili di ogni singolo caso devono essere analizzate da un consulente specializzato in fiscalità internazionale, per evitare di incorrere in reati tributari e multe salatissime.

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Gianfranco Conti è iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti dal 1991. E' Revisore Legale presso il Ministero di Grazia e Giustizia. Blogger, pubblicista ed autore del libro "ESTERO SICURO". E' componente del Direttivo della Camera di Commercio Italiana in Albania ed accreditato presso diverse Camere di Commercio italiane all'estero (Emirati Arabi Uniti, Cipro). Relatore in convegni e seminari sull'internazionalizzazione d'impresa e pianificazione fiscale internazionale. Nel corso della sua vita professionale è stato Amministratore Unico di diverse società, membro di CdA di aziende a carattere nazionale ed internazionale. Ha una lunga esperienza di commercio e di fiscalità internazionale, Tax planning e mediazione internazionale. Da oltre 20 anni ha fondato Dike Consulting, un network di studi professionali con 5 sedi ( Praga,Tirana, Malta, Dubai e Pogdorica) e numerose collaborazioni con prestigiosi studi professionali nel mondo. Dike Consulting, assiste i Clienti esercitando le seguenti attività : - pianificazione fiscale internazionale per liberi professionisti, imprenditori ed imprese con relativa costituzione di società e veicoli giuridici - gestione dei diritti di proprietà intellettuale; - rappresentanza in trattative di natura commerciale, in Italia ed all'Estero; - costituzione di Fondazioni di diritto italiano ed estero; - assunzione di cariche sociali di Società e Fondazioni - amministrazioni di Trust con funzioni di Protector; - Intermediazione internazionale per l'acquisto o la vendita di prodotti o servizi; - delocalizzazione e trasferimento di imprese italiane all'estero; - servizi di Temporary Manager sia in Italia che all'estero per le aziende nostre Clienti - collaborazioni con primarie strutture finanziarie e bancarie

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