Fiscalità di vantaggio – Emirati Arabi Uniti
Gli EAU ( Emirati Arabi Uniti ) spesso vengono identificati con un unico termine: DUBAI.
Ci sono diversi termini per descrivere questo posto, ma se dovessimo sceglierne uno soltanto senza ombra di dubbio diremmo : ESAGERATO !
Tutto, in questa straordinario posto, nato dal nulla nel bel mezzo del deserto che si affaccia sul Golfo Persico, è oltremisura, eccessivo, mai visto.
Dai grattacieli alti 800 metri, ai centri commerciali con più di 600 negozi, agli hotel a 7 stelle fino alle piste artificiali dove potete sciare anche se fuori ci sono 40 gradi.
E pensare che fino a pochi anni fa era una semplice cittadina di mare del Medio Oriente, nota solo a qualche imprenditore straniero che vi si recava per lavoro.
Dopo aver capito che non poteva puntare sul petrolio (il 92% dell’oro nero degli Emirati appartiene alla vicina Abu Dhabi) vent’anni fa Dubai ha scelto di investire nel turismo e nel commercio, trasformandosi in poco tempo nella seconda città più ricca e moderna di tutto il Paese, una sorta di Disneyland del Medio Oriente.
Vero tempio del lusso e dell’abbondanza (anche se non è rimasta immune alla crisi economica del 2009) è un paradiso per gli amanti dello shopping, tanto da aver creato un Festival internazionale lungo un mese, dedicato esclusivamente agli acquisti (conveniente comprare oro e prodotti di elettronica, con prezzi decisamente più bassi rispetto all’Italia per via della percentuale del solo 5% di IVA, peraltro introdotta da pochissimo tempo ).
Ma oltre l’aspetto di autentica Disneyland del Medio Oriente, gli EAU ( Emirati Arabi Uniti ) offrono enormi possibilità per la pianificazione fiscale internazionale ai numerosi investitori stranieri che hanno deciso di stabilire la sede delle proprie attività in uno dei sette Emirati che compongono la Nazione, proprio in virtù del basso livello o addirittura assente, di tassazione.
Sono infatti sette gli Emirati che costituiscono la Nazione EAU ( Emirati Arabi Uniti ) e sono: Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Fujaira, Ras al-Khaima, Sharja e Umm al-Qaywayn .
Imposte Individuali
In qualsiasi Emirato il reddito delle persone fisiche non è soggetto ad alcuna imposizione fiscale, l’unica imposta individuale prevista è quella sulla proprietà immobiliare.
I proprietari devono versare sul prezzo totale del bene una percentuale che varia dal 2 al 15% in base alla professione e all’Emirato di appartenenza. Nel caso di Dubai, ad esempio, i professionisti nei settori commerciali devono versare alla municipalità di Dubai il 5% dell’affitto annuo mentre i professionisti nel settore bancario il 15%.
Al contrario tale distinzione non viene applicata nell’emirato di Sharjah, in cui tutti i locatori sono tenuti a versare il 2% dell’affitto annuo indipendentemente dalla professione esercitata. La maggior parte degli Emirati impongono poi anche una tassa di locazione pari al 5% dell’affitto per i residenti e al 10% per i locatori commerciali.
Imposte Societarie
Anche per quanto riguarda le attività d’impresa, non ci sono imposizioni sui redditi e sugli attivi delle persone fisiche e giuridiche eccetto l’obbligo di pagamento annuale della licenza relativa all’esercizio di qualsiasi tipo di attività (commerciale, professionale o industriale).
Allora come fanno gli Emirati a finanziare le attività pubbliche e governative?
Gli Emirati traggono il loro profitto principalmente dal petrolio, dato che le sue compagnie petrolifere sono soggette a una tassazione del 55%. Ma anche i servizi finanziari portano nelle casse dell’erario molto denaro: le banche sono soggette a una tassazione del 20%.
L’Emirato trae i suoi introiti anche dagli alti costi di registrazione delle aziende ( da qualche parte bisogna pur prenderli i soldi ) e come abbiamo già detto dalle tasse sulla proprietà immobiliare-
Pertanto a parere di chi scrive, è erroneo affermare che negli EAU non si pagano tasse ! Occorre invece affermare, che le tasse si pagano ( sotto qualsiasi forma ), ma l’imposizione finale è vantaggiosissima rispetto a tante altre giurisdizioni ( l’Italia è ovviamente fuori concorso per manifesta non – competitività ).
L’Italia e gli Emirati sono legati da una convenzione fiscale internazionale sulla doppia imposizione. In base a questo trattato entrato in vigore il 5 novembre 1997, se un residente italiano possiede elementi di reddito che sono imponibili negli Emirati Arabi, su questi non viene applicata alcuna imposta. L’assenza di tassazione sui redditi societari e personali è presente nelle medesime condizioni anche nelle Zone Franche dei singoli Emirati. In queste zone dedicate prettamente al commercio con i Paesi esteri è possibile inoltre beneficiare dell’esenzione dei tassi doganali per la merce d’import-export mentre su territorio federale il dazio doganale è pari al 5%.
Nonostante gli Emirati abbiano un livello di tassazione sensibilmente inferiore a quello applicato in Italia, a partire da novembre 2015 tutti e sette gli stati federali non rientrano più nella black list italiana. Infatti, In base all’articolo 1, comma 678, legge 190/2014, cd. legge di Stabilità 2015, l’unico e importante criterio che comporta i Paesi a rimanere nella lista nera italiana è la mancanza di un adeguato scambio di informazioni con l’Italia. Pertanto, l’applicazione da parte di uno Stato di una fiscalità agevolata e una minore tassazione, non è più considerato un presupposto rilevante ai fini di black list.
Scambio di informazioni
Gli Emirati Arabi Uniti hanno ufficialmente aderito allo standard internazionale Ocse per lo scambio automatico di informazioni in materia fiscale, uno degli strumenti chiave per la lotta all’evasione
Da ciò ne deriva che i contribuenti italiani che detengono un conto negli Emirati Arabi Uniti, non dichiarato al Fisco italiano, devono porsi il problema che l’Agenzia delle Entrate ha ormai gli strumenti per rintracciare le somme depositate all’estero.
Questo accordo fornisce diversi strumenti di cooperazione fiscale degli Stati in materia fiscale, quali:
- Scambio informazioni nelle diverse forme: “spontaneo”, “ su richiesta” ed “ automatico”;
- Verifiche fiscali all’estero
- Verifiche simultanee;
- Assistenza nella riscossione delle imposte
Residenza
Ad eccezione dei cittadini facenti parte del GCC (Gulf Cooperation Countries), cioè Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi, i cittadini di altre nazionalità devono ottenere un permesso di residenza (VISA) per vivere legalmente a Dubai e negli Emirati Arabi in generale.
Senza un permesso di residenza non vi sarà possibile aprire un conto corrente bancario, ottenere la patente valida sul territorio, affittare un’auto a lungo termine, ottenere un PO Box, ecc.
Fondamentale per l’acquisizione della residenza negli EAU è lo “sponsor” , azienda o persona che in qualche modo garantisce e presente il nuovo residente alle autorià .
Questo non rappresenta certo un problema per chi si trasferisce a fronte di un impegno di lavoro da dipendente , ma come risolvere la situazione per un imprenditore , un lavoratore autonomo ?
Quì la legislazione corporate ci viene in aiuto . L’imprenditore che vuole stabilire ed avviare un attività a Dubai ,potrà utilizzare come “sponsor” proprio la società che andrà a creare .
Formando ad esempio una società nella FTZ ( Free Trade Zone ) RAK ICC o nella JEBEL ALI, abbinata al pacchetto completo di singola licenza e postazione di lavoro ( ufficio in coworking ),sarà possibile richiedere contemporaneamente il Visto d’Ingresso e la ID card
Il tempo per portare a termine l’intera procedura è di circa due mesi e se gli applicanti hanno già visitato Dubai in precedenza ( visti d’ingresso sul passaporto ) è possibile completare sia la formazione societaria che l’emissione del visto senza necessità di visite negli Emirati.
Nel caso invece non si sia in possesso di precedente visto d’ingresso , sarà necessario portare a termine l’intera procedura sul posto , chiaramente seguiti da un legale.
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Questo articolo fornisce informazioni di carattere generale e non sostituisce la consulenza personalizzata. Come DIKE Consulting ci adoperiamo insieme ai nostri partners internazionali a fornire sempre ai nostri Clienti le migliori soluzioni in tema di fiscalità internazionale, ma è chiaro che le norme cambiano e al loro cambiare il Cliente deve essere pronto a variare la propria strategia. Le variabili di ogni singolo caso devono essere analizzate da un consulente specializzato in fiscalità internazionale, per evitare di incorrere in reati tributari e multe salatissime.
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