
Malta rischia la Grey List
“Malta rischia di essere inserita nella grey list dei paradisi fiscali, con conseguenze disastrose per il comparto bancario e finanziario.”
E’ questo il grido di allarme di Christopher Buttigieg, amministratore delegato per la strategia, la politica e l’innovazione dell’autorità dei servizi finanziari ( MFSA) di Malta-
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La grey list è stata elaborata dall’organizzazione intergovernativa Financial Action Task Force al fine di sviluppare una strategia di lotta contro il riciclaggio del denaro e di prevenzione del finanziamento del terrorismo. Attualmente la grey list del FATF include tredici Paesi: Botswana, Bahamas, Iran, Cambogia, Corea del Nord, Ghana Islanda, Mongolia, Panama, Pakistan, Trinidad e Tobago, Yemen e Zimbabwe.
I Paesi compresi nella lista si trovano in un vero e proprio “limbo” poiché possono essere potenzialmente inseriti nella black list, la lista dei paradisi fiscali non cooperativi. Se così fosse, incorrerebbero in gravi sanzioni per il fatto di continuare a non limitare i rischi legati al finanziamento del terrorismo e al riciclaggio di denaro. Le sanzioni potrebbero essere inflitte da istituzioni internazionali come la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale.
Oltre alle sanzioni monetarie, gli Stati della black list potrebbero avere difficoltà ad ottenere prestiti dalle suddette istituzioni e subire una limitazione complessiva del commercio internazionale nonché boicottaggi ed embargo internazionali.
Secondo il portavoce dell’MSFA, Christopher Buttigieg, le scarse leggi atte a prevenire la criminalità finanziaria a Malta e la loro debole applicazione potrebbero danneggiare gravemente la crescita economica maltese e molti settori coinvolti nel processo di vigilanza finanziaria.
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«Per elevare il nostro standard abbiamo bisogno di risorse, soprattutto nell’ambito della vigilanza (finanziaria), ed è a questo che stiamo lavorando. Tuttavia, i supervisori finanziari hanno bisogno di essere formati, motivo per cui abbiamo organizzato il briefing MFSA sulla strategia che si terrà l’11 marzo prossimo», ha affermato Buttigieg. L’evento in questione aggiornerà gli stakeholders di settore sui programmi e sulle azioni che riguardano l’attuazione delle misure di trasparenza e responsabilità disposte dall’Authority di vigilanza finanziaria Moneyval e rese note a luglio dello scorso anno.
A preoccupare Buttigieg anche i risultati del rapporto del Fondo Monetario Internazionale,pubblicato il 14 febbraio scorso. Il rapporto del FMI sostiene che se Malta spera di sostenere la forte performance economica degli ultimi anni, deve prepararsi ad affrontare delle “sfide chiave”. “Se non si prende atto tempestivamente della mancanza di norme a Malta in materia di antiriciclaggio e lotta contro il finanziamento del terrorismo (AML/CFT), potrebbero emergere ulteriori pressioni nelle relazioni tra banche corrispondenti, il grado di attrattività del Paese per gli investimenti esteri ne risentirebbe e la stabilità finanziaria verrebbe minata”, sostiene il rapporto.
I piani strategici della MFSA prevedono sia una migliore supervisione ed esecuzione dei processi di vigilanza finanziaria sia nuove proposte per lo sviluppo del settore. Buttigieg ha annunciato, infatti, che nei prossimi mesi verranno lanciate una strategia di tecnofinanza, una strategia per i mercati dei capitali e, infine, una strategia di gestione dei fondi patrimoniali.
Interessante anche l’intervento dell’ex presidente IFSP Juanita Bencini, la quale, durante la conferenza, ha descritto Malta come “una giurisdizione non più flessibile“: «stiamo molto sulla difensiva, questo è l’umore generale. […] Non abbiamo assistito ad alcun approccio proattivo di recente. Abbiamo bisogno di più norme e ce ne saranno di nuove in futuro, ne sono certa».
Lo ripetiamo spesso e non ci stanchiamo mai di ricordarlo: la fiscalità internazionale è una materia complessa ed in continua evoluzione e non può essere affrontata efficacemente senza l’ausilio di un professionista competente ed aggiornato.
Non c’è più spazio per il ” fai da te”, nè per il CUGGINO che ne sà parlare. Si rischiano sanzioni amministrative, fiscali e penali
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