Ecofin – veto dei Paesi con fiscalità di vantaggio
Sempre più distanti le posizioni dei 27 Paesi dell’Unione Europea, in tema di fiscalità.
Si è infatti conclusa con una vittoria ai punti, come si direbbe nella boxe, dei Paesi che all’interno dell’UE offrono fiscalità di vantaggio, alla riunione dell’Ecofin – Consiglio Economico e Finanziario – che si è riunito qualche giorno fa Bruxelles, con un rifiuto verso la proposta presentata il mese scorso dalla Commissione Europea.
In particolare: Lussemburgo, Malta, Olanda, Lituania e Svezia, hanno presentato la propria opposizione alla riforma del processo di approvazione delle questioni fiscali all’interno del Consiglio Europeo.
La proposta ha lo scopo di superare il voto all’unanimità nelle questioni fiscali, con il consenso quindi di tutti gli stati, e portare l’approvazione attraverso un voto a maggioranza.
La riforma è stata presentata a causa dei continui stalli che si sono verificati in passato nel momento dell’approvazione di importanti riforme, come in merito a questioni di antiriciclaggio o all’introduzione della cosiddetta “webtax”.
Il ministro delle finanze del Lussemburgo Pierre Gramegna è stato tra i più espliciti fra i contrari alla riforma. Ha riferito che preservare l’unanimità sulle decisioni fiscali è «estremamente importante».
Il Lussemburgo, ha posto il veto per anni le norme anti-evasione sullo scambio di informazione, così come è contrario ad una base imponibile comune nell’UE che limiterebbe il potere dei paesi ad offrire trattamenti fiscali di favore alle grandi multinazionali.
Germania e Francia, ovviamente al contrario, sono in prima linea per sostenere il piano della Commissione, proprio perché soffrono della ” concorrenza” delle fiscalità più attrattive che offrono questi Paesi.
In una conferenza stampa congiunta con il ministro delle finanze francese, il ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz ha sottolineato come la riforma «è necessaria per migliorare il processo decisionale nell’Ue».
Durante la riunione, il Consiglio ha confermato il suo approccio generale sulle proposte di revisione del funzionamento dell’attuale sistema europeo di vigilanza finanziaria.
L’accordo copre tutte le questioni tranne la vigilanza anti-riciclaggio per la quale è già stato raggiunto un mandato negoziale parziale nel dicembre scorso.
Si fa quindi sempre più aspra la battaglia all’interno della UE per l’armonizzazione dei vari regimi fiscali, con i piccoli Paesi che puntano proprio su questi temi per attrarre capitali, investitori ed imprese.
Continueremo come sempre a seguire questa vicenda, tenendovi costantemente aggiornati sui suoi futuri sviluppi.
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