
BEPS – Base Erosion and Profit Shifting
Il Piano “BEPS” è stato sviluppato dall’OCSE su richiesta presentata nel 2013 dai membri del G20 al fine di adeguare il ruling fiscale internazionale alla sempre maggiore globalizzazione delle imprese.
Stiamo infatti assistendo ad un mutamento dei mercati tradizionali e oggi una grossa fetta di di transazioni commerciali avviene via Internet. I BEPS sono stati istituiti proprio in tal senso, cioè per prevenire i sempre più presenti schemi di “doppia non-imposizione ” ( classici esempi Google e Apple ).
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In un lasso di tempo particolarmente breve, l’OCSE ha pubblicato le sue linee guida, divise in 15 ” Action Plan ” , che sono state presentate al G20 nel corso del vertice del 15-16 novembre 2015 ad Antalya ( Turchia ).
I 15 ” Action Plan ” sono stati ovviamente votati all’unanimità.
Nel contesto del BEPS, per la prima volta nella loro storia i Paesi del G20 e la quasi totalità dei Paesi aderenti all’OCSE hanno lavorato in un regime paritario alla revisione dei fondamenti delle leggi fiscali internazionali.
Quello che poteva sembrare una scommessa azzardata e pericolosa si è dimostrata un successo. Infatti i Paesi aderenti al G20 e OCSE hanno raggiunto un accordo su diverse questione tecniche molto complesse, rispettando anche il punto di vista di Paesi in via di sviluppo.
I Paesi emergenti sono stati coinvolti fin dal principio , partecipando a riunioni in Asia , Caraibi , Africa confrontandosi anche con organizzazioni fiscali regionali ( ATAF , CREDAF , IOTA , CARICOM , CIAT ,ONU ), con il Fondo Monetario Internazionale e con la Banca Mondiale portando quindi il loro contributo, focalizzato chiaramente su punti chiave in linea con il loro sviluppo.
Non dimentichiamo che il Profit Shifting non è un problema solo per i Paesi EU , ma anche e sopratutto per i Paesi in via di sviluppo.
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La Commissione Europea ovviamente è impegnata in prima linea , in particolare sull’ Action Plan per la tassazione delle imprese che ( in teoria ) dovrebbe porre fine ad alcune “scappatoie” presenti nella normativa fiscale europea .
I 15 Action plan sono così divisi :
1) Allocazione dei diritti impositivi per le imprese digitali
2) Entità e strumenti ibridi
3) Disciplina CFC
4) Identificazione e sviluppo di “best practices” per evitare l’erosione fiscale attraverso transazioni finanziarie infragruppo
5) Favorire la trasparenza, per far emergere la “sostanza” delle operazioni finanziare specialmente in riferimento a regimi fiscali vantaggiosi
6) Clausole anti abuso al fine di evitare il famoso ” Treaty Shopping “
7) Nuova normativa sulle “stabili organizzazioni ” .
8-9-10 ) Transfer Pricing
11) Analisi e raccolta dei dati BEPS
12) Scambio informazioni tra amministrazioni fiscali riguardo gli schemi di ” tax planning aggressivi” .
13) Country by Country report ( questo interesserà solamente aziende che fatturano più di 750M )
14) Agevolazione e semplificazione delle controversie fiscali.
15) Definizione di strumenti multilaterali atti a semplificare la collaborazione tra Paesi .
Ricorda sempre che la fiscalità internazionale è una materia complessa che deve essere affrontata con i professionisti esperti del settore, per non incorrere in reati tributari e fiscali, sia in Italia che all’estero
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